Un workshop divertente e formativo rivolto ai giovani che si avvicinano a project management, business analysis, cyber security e compliance. Anche questo è Spindox Academy. Con un obiettivo: formare e assumere 15 persone in Dogix, la unit di IT Consulting della società.
Giocare col Lego® in azienda? Si può. A patto che l’azienda sia Spindox. E a patto di essere inseriti nel programma promosso per formare e assumere 15 giovani interessati a entrare nel mondo di Dogix, la unit di IT Consulting della società. L’esperienza di Lego® Serious Play® è stata proposta, nell’ambito della recente Spindox Academy, per avvicinare i partecipanti al framework Scrum.
Il tutto si è svolto al culmine di una serie di contributi formativi tenuti dai nostri colleghi (manager, matter expert, …) grazie ai quali i partecipanti hanno avuto modo di fare proprie tecniche e competenze tra le quali metodologie di Project Management – in primis Agile – elicitazione dei requisiti, produzione di deliverables e approcci volti a soddisfare l’assoluta necessità della sicurezza informatica nello sviluppo ed attuazione di un progetto.
L’obiettivo del workshop consisteva nell’effettuare un’esperienza di gestione progettuale con Scrum. Ma come andare oltre alla semplice simulazione di ruoli e processi, innestando invece dinamiche di team e complessità realizzative concrete? Con Lego® Serious Play®.
La metodologia Lego® Serious Play®
L’idea che ha dato origine alla metodologia Lego® Serious Play® è emersa nel 1996 quando i due professori Johan Roos e Bart Victor dell’IMD Business School di Losanna (Svizzera) e Kjeld Kirk Kristiansen, CEO e proprietario di Lego® Group, stavano esplorando strumenti e sistemi alternativi per la pianificazione strategica aziendale.
Insieme crearono una nuova società chiamata Executive Discovery Ltd., con l’obiettivo di sviluppare e lanciare la metodologia Lego® Serious Play®.
Nel 2004 Executive Discovery Ltd. fu inglobata nel Gruppo Lego®, che rilevò l’ownership, la metodologia e la distribuzione dei materiali Lego® Serious Play®. Da allora, questa metodologia viene utilizzata in vari ambiti, soprattutto per sviluppare attività di team-building e formazione.
Un processo in quattro fasi
Il processo del Serious Work è composto da quattro fasi:
- Una prima fase in cui il facilitatore definisce cosa si deve realizzare;
- Dopo i partecipanti costruiscono il modello Lego che rappresenta l’idea da realizzare;
- Nella terza fase, tutti i partecipanti devono condividere e spiegare il modello realizzato;
- Infine, tutti riflettono su quanto condiviso e si scambiano idee e impressioni.
Questa metodologia non vuole quindi portare alla realizzazione di un prototipo quanto alla creazione di un’immagine metaforica che sappia raccontare la storia e le idee sottese al modello di Lego®. È quindi essenziale sfruttare la creatività personale ed essere in grado di carpire e fare propria la fantasia del prossimo. Al termine del processo si vorrebbe veder emergere un’idea comune che non derivi dalla mera somma dei componenti iniziali ma sia in grado di illustrare un significato più esteso.
Scrum Serious Play in azione
Durante la fase iniziale del workshop, tutti i partecipanti sono stati invitati dal relatore, Paolo Locati, a prendere parte ad alcuni esercizi volti a sviluppare l’immaginazione e la rappresentazione tramite metafore. In questo modo è stato possibile avvicinarsi alle skill necessarie all’obbiettivo progettuale del workshop. Paolo è uno dei massimi esperti Scrum in azienda. L’esercizio più coinvolgente è stato definito Build Myself: l’obiettivo consisteva nel rappresentare sé stessi tramite i mattoncini, sfruttando forme e colori diversi, per poi esprimere al gruppo quanto simboleggiato dalla figura ottenuta.
L’attività è stata non solo stimolante, ma anche toccante, perché i partecipanti sono stati in grado di interpretare tratti privati del loro “io” tramite delle semplici composizioni. È stato utile per “empatizzare” con il gruppo e anche per sviluppare una maggiore consapevolezza di sé stessi.
🎧 “Non solo Resilienti, ma Agili e Antifragili” Ascolta l’intervento di Paolo Locati ai microfoni della Spindox Radio qui.
Build Myself
Alcuni esempi delle figure create:
Luca Garinetti | Business Analyst Jr
Il personaggio Lego® raffigura la mia persona, intenta ad allungare la mano in senso di aiuto. In basso si trovano tre oggetti: un pezzo Lego® verde ramificato che rappresenta i legami con la mia famiglia e gli amici. Un blocchetto verde che rappresenta gli spazi aperti e la natura. Un rocchetto giallo che rappresenta la mia passione per il calcio.
Greta Bignami | PMO Specialist Jr
Ho descritto me stessa prima di tutto utilizzando mattoncini dei miei colori preferiti (rosa, viola).
Ho poi deciso di rappresentarmi insieme ad una seconda persona, che metaforicamente rappresenta il mio bisogno di condividere e ricevere dagli altri, che sia nell’ambito famigliare, delle amicizie, ma anche lavorativo.
Mi reputo una persona socievole, collaborativa e disponibile, e penso di dare il meglio quando posso cooperare piuttosto che in autonomia, non solo nel campo del lavoro, ma anche nel privato.
Lautaro Gaston Billis | PMO Specialist Jr
L’idea è stata rappresentare la mia vita. Le basi sono 3 diversi luoghi dove ho abitato, le connessioni tra esse rappresentano che non dimentico tutti luoghi dove ho vissuto. La torre che cresce sarei io, la mia crescita personale, e i mattoni di fronte sono la gente che ho conosciuto nella mia vita, che sento sempre con me.
Marco Bellumore | PMO Specialist Jr
Ho puntato a rappresentare le mie passioni attraverso Il casco per rappresentare il motorsport. L’ingranaggio per la mia passione per la meccanica e l’ingegneria. Lo schermo blu per il cinema, il pc e i videogiochi.
Lo Scrum Team: il gioco si fa Serious…
Una volta avvicinati al mondo del Serious Play, i partecipanti sono stati divisi in due team: nello specifico, in due Scrum Team. Lo scopo del gioco era progettare e realizzare un nuovo parco cittadino che sarebbe poi diventato la storia di copertina di un importante magazine internazionale. I due team, mixando il processo di Project Management/Product Management del framework Scrum e la metodologia Lego® Serious Play®, hanno dovuto auto-organizzarsi. In particolare, è stato necessario decidere i differenti ruoli e cooperando nel corso di due sprint, per poi ultimare il modello di parco pensato dal team.
I due Scrum Team hanno quindi esposto il loro progetto, spiegando i significati dietro a forme, disposizioni e colori. Entrambi i progetti sono risultati ricchi di idee e proposte, alcune più basilari ed altre più sfidanti. La soddisfazione tra i partecipanti traspariva non solo per il risultato del lavoro e per quanto rappresentato, ma anche per la cooperazione sperimentata durante l’ideazione del progetto con la metodologia Agile.
Condividere le proprie riflessioni
I partecipanti hanno condiviso le proprie riflessioni. Il workshop non è stato utile solo per avvicinarsi alle metodologie di progettazione. Ma è servito soprattutto a riscoprire abilità creative e di collaborazione che non sempre riescono a emergere nell’ambito scolastico e/o lavorativo. L’esempio più lampante di questo esercizio è stato il “Build myself”, che ha aiutato i partecipanti a costruire una rappresentazione metaforica del proprio “io” e condividerla con gli altri membri dello Scrum Team.
Nella fase di realizzazione vera e propria del parco i modelli e la loro composizione sono diventati, per lo Scrum Team, l’elemento centrale di un processo cinestetico di spiegazione e articolazione della Vision. In questo percorso i partecipanti si sono cimentati nel far proprio un linguaggio “metaforico” inusuale che aiuta a narrare una realtà arricchita dalla creatività.
Anche il relatore si è interrogato sull’esperienza svolta. Sino a che punto la simulazione che abbiamo proposto ai nostri colleghi può essere rappresentativa e formativa rispetto alle situazioni lavorative concrete con cui si dovranno confrontare?
Dinamiche assimilabili a progetti reali
Argomentare come i processi di interazione con i colleghi da un lato e la simulazione delle pratiche in Scrum dall’altro abbiano seguito linee guida e dinamiche assimilabili a progetti “reali” (sebbene in scala semplificata) è abbastanza facile. Più insidiosa resta la domanda relativa alla coerenza di questo tipo di cimenti con le situazioni lavorative concrete.
Che ci si riferisca a Spindox nel suo complesso, piuttosto che alla sua BU di IT Consulting Dogix, la materia prima con cui ci confrontiamo tutti i giorni è rappresentata dal software, nella sua realtà fattuale più diretta di codice o traslata di attività intellettuali ad esso inerenti.
La possibilità di rispondere affermativamente al dubbio espresso poco sopra si gioca, a nostro parere, sulla solidità di un’ipotesi, o forse suggestione. L’atto della programmazione e la composizione dei Lego®, in seno alla metodologia Lego® Serious Play®, possono essere considerati linguaggi paralleli:
Lo Schema soprastante intende mostrare come ci troviamo di fronte a pratiche in grado di produrre un risultato non solo “funzionale” (che abilita cioè un’operazione) ma che contribuisce a conseguire una visione (che potremmo definire come “un risultato di sistema”).
In entrambi i casi raffigurati possono essere individuati dei meta livelli che stratificano le fasi di sviluppo della pratica/linguaggio in ordine di complessità crescente. Eppure le stesse non possono essere ascritte a una rigida sequenzialità.
Infine, citando Donald Davidson, possiamo affermare che possedere una lingua significa disporre di uno schema concettuale tramite il quale sia possibile delineare percorsi di produzione del senso.
“Parafrasare una metafora non può essere il tentativo di rendere il significato, perché esso si trova alla superficie, piuttosto si tratta del tentativo di evocare ciò che la metafora sottopone alla nostra attenzione”
(Donald Davidson, Verità e interpretazione, Il Mulino, 1984)
Conclusioni: ok, ma i parchi?
Per il momento ci si è fermati ai primi due Sprint e quindi la progettazione del parco è ancora agli albori. Tuttavia li ritroveremo tra qualche anno sulla copertina di un magazine internazionale? Stay tuned!