Accessibility Days: due giorni dedicati all’inclusione digitale tra idee, tecnologie e buone pratiche a confronto

da | Mag 29, 2025

Il 15 e 16 Maggio, presso l’Istituto dei Ciechi di Milano, si sono tenuti gli Accessibility Days 2025, il più importante evento italiano dedicato all’accessibilità e all’inclusività digitale. Intitolata ‘Il digitale che accoglie’, questa conferenza ha visto la partecipazione di sviluppatori, designer, educatori ed esperti di tecnologia provenienti da vari ambiti.

Per due giorni, workshop interattivi, tavole rotonde e incontri hanno animato un evento accessibile sia in presenza sia online, coinvolgendo un pubblico ampio e diversificato. Il dialogo si è concentrato sulle sfide dell’accessibilità e sulle soluzioni più efficaci. Il fatto che l’evento coincidesse con il  Global Accessibility Awareness Day (GAAD) ha dato ulteriore forza al messaggio: il digitale deve essere davvero per tutti.

L’accessibilità digitale: un diritto fondamentale nell’era moderna

Oggi uno dei temi più rilevanti nel panorama digitale è appunto quello dell’accessibilità. Si tratta di un principio fondamentale per garantire l’inclusione sociale e favorire la partecipazione attiva di tutte le persone nella vita quotidiana, lavorativa e culturale. Per accessibilità informatica si intende la capacità di un servizio o risorsa digitale di essere utilizzabile da qualsiasi utente, comprese persone con disabilità temporanee o permanenti di tipo sensoriale, motorio o psichico. Garantire l’accessibilità significa quindi promuovere un accesso equo ai sistemi informatici e alle risorse software, senza alcuna discriminazione.

L’accessibilità non riguarda quindi esclusivamente le persone con disabilità permanenti, ma si estende a tutte le categorie sociali, comprese quelle che, per ragioni temporanee o contingenti, possono trovarsi in situazioni di svantaggio. In un mondo sempre più interconnesso e dipendente dalle tecnologie digitali, l’accessibilità non è solo un requisito normativo, ma anche un obbligo morale.

Disabilità diverse, esigenze specifiche: superare il digital divide con la progettazione accessibile

Quando si affronta il tema dell’accessibilità digitale, il primo pensiero va alle persone con disabilità, gruppo per cui questo aspetto assume una rilevanza primaria. È importante ricordare che la disabilità non è un concetto monolitico, ma un insieme eterogeneo di condizioni che variano per tipologia e intensità. Le disabilità sensoriali, come la cecità o la sordità, impongono esigenze specifiche.
Una persona non vedente, ad esempio, ha bisogno di contenuti compatibili con i lettori di schermo, mentre una persona sorda necessita di sottotitoli per accedere ai contenuti multimediali.
Anche le disabilità motorie, che includono limitazioni nell’uso degli arti superiori, richiedono interfacce facilmente navigabili senza l’uso del mouse. Le disabilità cognitive, come i disturbi dell’attenzione o dell’apprendimento, necessitano di una struttura logica e testi semplificati per agevolare la comprensione.

L’accessibilità digitale, dunque, è una componente essenziale per garantire pari opportunità e ridurre il digital divide, il divario che separa chi ha accesso alle risorse digitali da chi ne è escluso. La progettazione accessibile è una responsabilità che investe chiunque si occupi di sviluppare e gestire contenuti online, perché da essa dipende la capacità di includere o escludere intere categorie di utenti.

In definitiva, l’accessibilità digitale non è solo una questione tecnica, ma una scelta culturale e un impegno etico. Garantire l’accesso universale alle risorse digitali significa abbattere le barriere che limitano la partecipazione di milioni di persone alla vita sociale e lavorativa. È un percorso che richiede consapevolezza, formazione e un approccio inclusivo, ma che offre in cambio una società più equa e solidale.

Un’Europa più accessibile: in arrivo l’European Accessibility Act

Dal 28 giugno 2025 entrerà ufficialmente in vigore l’European Accessibility Act (EAA), una normativa che impone a una vasta gamma di prodotti e servizi digitali, come siti web, app, dispositivi elettronici, e-commerce e servizi sanitari, di essere accessibili alle persone con disabilità. Questa legge rappresenta un punto di svolta nel panorama europeo, imponendo standard rigorosi e responsabilità concrete, non solo per le pubbliche amministrazioni già vincolate dalla Legge Stanca, ma anche per aziende private di grandi e medie dimensioni. L’EAA non rappresenta solo un adeguamento normativo, ma un passo fondamentale verso una società più inclusiva.

Bisogna tenere presente che l’accessibilità non è una condizione assoluta, ma un obiettivo continuo. Anche seguendo alla lettera le linee guida WCAG, un sito può risultare più o meno accessibile in base al tipo di disabilità dell’utente (visiva, uditiva, motoria, cognitiva), al dispositivo utilizzato, alle tecnologie assistive impiegate e al contesto d’uso. Le linee guida stesse, pur essendo uno standard, non riescono a coprire ogni possibile caso reale e sono soggette a interpretazione.

L’importanza di una progettazione e un design accessibile

Oltre alle sessioni plenarie, l’evento ha offerto numerosi workshop che hanno posto l’attenzione sulle caratteristiche strutturali che influenzano l’accessibilità nel web. Per garantire l’accessibilità digitale, la progettazione e il design giocano un ruolo fondamentale. Creare interfacce accessibili significa adottare un approccio inclusivo fin dalle prime fasi del processo creativo, evitando di considerare l’accessibilità come un’aggiunta successiva. Un design accessibile tiene conto di diversi aspetti, tra cui la leggibilità dei testi, il contrasto dei colori, la semplicità della navigazione e la compatibilità con tecnologie assistive
Inoltre, è importante testare i prodotti digitali con utenti reali che rappresentino diverse disabilità, per identificare eventuali criticità e migliorare l’esperienza d’uso. La formazione continua dei designer e degli sviluppatori è cruciale per mantenere alti standard di accessibilità e per rispondere alle esigenze in continua evoluzione degli utenti.

AI e accessibilità: i nuovi sviluppi dell’intelligenza artificiale

Uno dei temi più discussi durante l’evento è stato il ruolo dell’intelligenza artificiale nell’accessibilità. Si è evidenziato come l’IA possa rappresentare un’enorme opportunità per abbattere barriere che fino a pochi anni fa sembravano invalicabili. Grazie all’evoluzione di tecnologie come l’elaborazione del linguaggio naturale, il riconoscimento vocale, il machine learning e la visione artificiale, oggi possiamo immaginare strumenti digitali capaci di adattarsi alle esigenze specifiche delle persone con disabilità.

Assistenti vocali e lettori intelligenti: strumenti per l’autonomia

Un esempio emblematico è l’uso di assistenti vocali conversazionali, ormai sempre più diffusi, che consentono a utenti con disabilità motorie o cognitive di navigare su Internet, compilare moduli e accedere a informazioni complesse usando semplicemente la voce. La sintesi vocale e i lettori di schermo basati su IA stanno diventando più sofisticati, offrendo un’interazione più fluida, naturale e contestuale, facilitando la fruizione dei contenuti anche a chi ha difficoltà visive.

Altre applicazioni riguardano la descrizione automatica delle immagini, che consente a persone cieche o ipovedenti di ricevere in tempo reale un resoconto accurato del contenuto visivo delle pagine web. Un settore in espansione è anche quello della traduzione automatica nella lingua dei segni, dove avatar digitali e modelli IA cercano di colmare il divario tra comunicazione scritta o parlata e quella segnata.

I rischi di un’IA non inclusiva

Tuttavia, come emerso da molti interventi, queste tecnologie devono essere progettate con estrema attenzione. Se i dataset utilizzati per l’addestramento degli algoritmi non riflettono la diversità umana, l’IA rischia di escludere anziché includere. Un assistente vocale che fatica a riconoscere chi parla con un disturbo del linguaggio, o un sistema di riconoscimento facciale che ignora alcune caratteristiche fisiche legate alla disabilità, sono solo due esempi dei rischi che si corrono se non si adotta un approccio etico e inclusivo.

Progettare insieme agli utenti per garantire l’efficacia

Durante i workshop, si è ribadita l’importanza di coinvolgere direttamente le persone con disabilità nel processo di progettazione e valutazione delle tecnologie intelligenti. Solo così si può garantire che gli strumenti risultino davvero utili e non diventino un’ulteriore barriera. È stato particolarmente apprezzato l’approfondimento sul potenziale dei chatbot sviluppati con un linguaggio semplice e adattivo, che possono rivelarsi strumenti preziosi per supportare utenti con disabilità cognitive.

Infine, è emersa l’esigenza di introdurre linee guida chiare e condivise sull’accessibilità dell’IA, analogamente a quanto fatto per il web con le WCAG. Definire standard globali permetterebbe di assicurare un’evoluzione armoniosa e inclusiva delle tecnologie intelligenti, evitando derive discriminatorie.

Spindox: una guida verso l’inclusione digitale

Il processo di digitalizzazione è strettamente legato al tema dell’accessibilità. Per le imprese che intendono essere protagoniste del cambiamento e affrontare con successo le sfide del futuro, garantire un accesso equo e inclusivo ai servizi digitali non è più una scelta facoltativa, ma una vera e propria necessità. L’accessibilità rappresenta un valore fondamentale, in grado di elevare la qualità dell’esperienza utente, rendendola davvero universale e capace di rispondere alle esigenze di ogni persona, indipendentemente dalle sue abilità.

Accessibilità: una responsabilità e un’opportunità

Siamo di fronte a una responsabilità che ha una forte connotazione etica e sociale, ma che si traduce anche in un’opportunità concreta per le aziende: essere accessibili significa raggiungere un pubblico più vasto, costruire fiducia e migliorare la reputazione del proprio brand. È un investimento strategico, che promuove l’equità e rafforza il legame con gli utenti.
In questo contesto, il design inclusivo assume un ruolo centrale. Non si tratta semplicemente di curare l’estetica di un’interfaccia, ma di progettare in modo consapevole, dando priorità alla funzionalità e all’usabilità per tutti. È un approccio olistico che coinvolge ogni fase del processo digitale: dall’ideazione alla programmazione, dalla produzione dei contenuti alla loro fruizione su diversi dispositivi e in differenti situazioni d’uso.

Service design e accessibilità sistemica

In quest’ottica, il service design diventa un elemento fondamentale. Non si limita al singolo touchpoint, ma abbraccia l’intera esperienza dell’utente nel suo percorso di interazione con il servizio. Tiene conto dei diversi attori coinvolti, dei canali utilizzati e dei contesti in cui l’interazione si svolge. Integrare il design inclusivo con il service design significa progettare prodotti digitali accessibili. Ma anche servizi coerenti, equi e fruibili in modo trasversale. Questo approccio riduce le barriere a livello sistemico e favorisce l’inclusione reale.

Un approccio interdisciplinare e orientato al cliente

All’interno di questo scenario in rapida evoluzione, Spindox si afferma come un punto di riferimento per le imprese che desiderano integrare l’accessibilità nei loro percorsi di trasformazione digitale. L’azienda non si limita a offrire supporto normativo: lavora a stretto contatto con i clienti per costruire soluzioni tecnologiche realmente inclusive, che tengano conto delle necessità presenti e future degli utenti.

Grazie a un know-how interdisciplinare guida i propri partner lungo un cammino che unisce innovazione, responsabilità sociale e risultati concreti. Il nostro approccio si fonda su una visione orientata al cliente e sull’impegno a rendere l’accessibilità una priorità sin dalle prime fasi di progettazione. È su queste basi che Spindox costruisce la propria proposta di valore, distinguendosi come un alleato affidabile per una digitalizzazione più aperta a tutti.

Lorenzo Podda
Lorenzo Podda
Laureato in Scienze Politiche, la mia passione per la comunicazione mi ha spinto nel mondo della Digital Communication. Perché la comunicazione non è solo trasmettere un messaggio, ma creare connessioni che lasciano il segno!

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