Andrea Goldsmith e il valore della connettività in tempi di crisi

da | Mag 18, 2020

Promotrice della diversità di genere nelle TLC e della lotta al divario digitale, Andrea Goldsmith è la prima donna a vincere il Premio Marconi.

Da sempre paladina delle voci di donne che rivendicano uno spazio nelle telecomunicazioni e nello STEM, Andre Goldsmith si è aggiudicata il 30 aprile 2020 il Premio Marconi per i suoi contributi pionieristici nel campo delle comunicazioni wireless “adattive”.

Andrea Goldsmith è leader nel settore della teoria dell’informazione e delle telecomunicazioni. Le sue ricerche sono volte in particolare agli ambiti delle comunicazioni wireless, dei sistemi ciberfisici e delle neuroscienze. A partire dagli anni ’90, la studiosa ha sviluppato approcci matematici di base per aumentare la capacità, la velocità e la gamma dei sistemi wireless, comprese le tecniche oggi ampiamente utilizzate nelle reti di telefoni cellulari e Wi-Fi.

Come Andrea Goldsmith ha cambiato le TLC

Dopo aver conseguito la laurea, il master e il dottorato in ingegneria elettrica presso l’Università della California, Berkeley, ha lavorato nel settore industriale e insegnato al California Institute of Technology prima di entrare alla facoltà di Stanford nel 1999 ed affiliarsi al Neurosciences Institute. Da settembre ricoprirà il ruolo di preside della facoltà di Ingegneria e Scienze applicate dell’Università di Princeton.

«È una studiosa brillante e creativa, un’imprenditrice di successo e una sostenitrice della diversità e dell’inclusione nell’accademia e nell’industria»

Come prima donna a essere presidente dell’Institute for Electrical and Electronic Engineers (IEEE) Information Theory Society, per Andrea Goldsmith è sempre stato prioritario creare opportunità di lavoro per donne altamente qualificate e aiutare le minoranze a competere su un piano di parità.

Ci sono voluti 45 anni prima che una donna vincesse questo prestigioso premio della Marconi Society – fondata in onore dell’inventore italiano Guglielmo Marconi – considerato il più alto riconoscimento nella ricerca sulle telecomunicazioni. Il premio viene assegnato a una o due persone all’anno per una scoperta scientifica significativa e di grande impatto o innovazione sulla vita di milioni di persone.

«Le innovazioni tecniche di Andrea Goldsmith che hanno plasmato le prestazioni fondamentali delle reti cellulari e WiFi, combinate con la sua leadership per migliorare radicalmente la diversità e l’inclusione nell’ingegneria, hanno cambiato sia l’esperienza del consumatore che la professione»

Le ricerche della Goldsmith hanno portato infatti a importanti progressi nelle prestazioni delle reti cellulari e Wi-Fi, garantendo una connettività affidabile a prescindere dai cambiamenti della rete, spesso soggetta a buchi di tensione, fluttuazioni e deviazioni di frequenza. Queste fluttuazioni che causano cadute di chiamate, blocco degli schermi e altre interruzioni, dipendono da diversi fattori tra cui il movimento. Banalmente, camminare con il telefono in mano o trovarsi all’interno di un edificio che blocca il segnale può avere un impatto negativo sulla qualità della rete.

Il merito della ricercatrice è stato quello di aver sviluppato una tecnica nota come modulazione adattativa, che consiste nella possibilità di controllare e variare la complessità della modulazione, in funzione delle condizioni di propagazione disponibili in ogni momento della trasmissione.
Le tecniche di modulazione adattiva scoperte da Goldsmith consentono oggi ai progettisti di reti di tutto il mondo di combinare la velocità con cui i dati vengono trasmessi con la velocità massima che il canale può supportare, garantendo in questo modo un’alta qualità di servizio.

La portata dell’impatto dei suoi studi sulle nostre vite è dunque inestimabile. Il wireless coinvolge tutti gli aspetti della vita di un individuo moderno, dal lavoro al tempo libero. Gli ambiti applicativi di questa tecnologia includono, per citarne alcuni, le reti di telefoni cellulari, l’Internet of Things, i robot autonomi, l’efficientamento energetico, nonché la biotecnologia per il trattamento delle malattie neurologiche e le comunicazioni molecolari.

Reti wireless ed emergenza Covid-19

In questo momento di crisi globale, ci siamo ulteriormente resi conto di quanto la connettività sia ormai imprescindibile nelle nostre vite. Le reti di telecomunicazioni fisse e mobili permettono infatti a milioni di persone di continuare a lavorare, studiare, restare in contatto con i propri cari e vedere gli amici il venerdì sera, magari per un Netflix Party dal salotto di casa.

Andrea Goldsmith stessa ha dichiarato, in seguito alla vincita del premio, di essere particolarmente onorata del riconoscimento assegnatole, soprattutto in questo momento in cui le ICT stanno permettendo alle università, alle aziende e all’intero ecosistema sociale di funzionare in un mondo che si è riversato improvvisamente online.

«Oggigiorno, il valore della connettività non potrebbe essere più evidente» afferma la scienziata. Tuttavia, senza nessun riserbo, ammette che «c’è ancora molto da fare» e che ci sono numerose sfide tecniche che devono essere superate. Questa pandemia globale ha sicuramente messo a nudo i limiti della tecnologia odierna e delle reti che durante il lockdown hanno subito e stanno subendo anche adesso delle pressioni enormi.

Per quanto riguarda lo sviluppo di infrastrutture in grado di fornire una connettività universale ad alta larghezza di banda, Goldsmith ha dichiarato che la strada è ancora lunga e che bisogna continuare a lavorare per garantire prestazioni di altissimo livello e una connessione sempre più stabile. A quanti di noi in fondo non è capitato in questo periodo di leggere quel fastidioso messaggio connessione internet assente?

Negli ultimi mesi infatti il traffico dati si è spostato dal centro città alle aree suburbane e residenziali. Con lo smartworking la maggior parte degli aumenti di traffico dati è stata assorbita dalla rete fissa e dai Wi-Fi domestici, ed è stato calcolato un incremento compreso tra il 20% e il 100% sulle reti a livello globale.
A causa del maggiore utilizzo di software e app per videochiamate e piattaforme per il telelavoro e lezioni a distanza, questi servizi hanno subito un forte colpo, prevalentemente nella capacità di uplink, ovvero nel processo di caricamento dei contenuti dall’utente verso la rete.

Quando la distanza non è solo sociale

Il nuovo coronavirus inoltre ha messo in evidenza il divario digitale come mai prima d’ora. Oltre ad un potenziamento dei servizi, altrettanto urgente è la necessità di colmare il divario digitale delle persone che non hanno accesso alla connettività e che vedono la loro capacità di lavorare, apprendere e socializzare gravemente compromessa.

Se da un lato miliardi di persone sono rimaste in contatto grazie ad Internet durante la pandemia di Covid-19, dall’altro lato, metà della popolazione mondiale non ha accesso alla rete. Secondo l’UNESCO a livello mondiale, solo il 55% delle famiglie ha una connessione Internet. Nei paesi sviluppati l’87% è collegato rispetto al 47% nei paesi in via di sviluppo. Meno di una persona su cinque, invece, nei paesi sottosviluppati è connessa e questo divario digitale ha un impatto ancora maggiore sulle donne.

Ma anche nei paesi sviluppati come abbiamo visto, l’accesso a Internet è spesso inferiore diversamente da quanto si pensa. Negli Stati Uniti ad esempio, oltre il 6% della popolazione non ha connessioni ad alta velocità. In Italia poco più di metà della popolazione ha accesso alla rete.
In totale quindi abbiamo 3,7 miliardi di persone alle quali è preclusa la possibilità di connettersi e la maggior parte si trova nei paesi poveri, proprio dove è più urgente la necessità di diffondere informazioni su come combattere il virus.

Senza un’adeguata connessione moltissime comunità, soprattutto rurali, non possono avviare o gestire un’attività, accedere alla telemedicina, seguire un corso o un progetto scolastico online.
L’UNESCO e la Commissione dell’ITU per lo sviluppo sostenibile hanno fissato l’obiettivo di collegare il 75% della popolazione mondiale a Internet veloce via cavo o wireless entro il 2025.

Sebbene la diffusione della tecnologia mobile sia in aumento nei paesi in via di sviluppo, i costi di Internet mobile sono però ancora troppo elevati.
Anfrea Goldsmith stessa auspica ad un cambiamento necessario e rapido, scegliendo di contribuire con il premio Marconi al finanziamento di iniziative nel campo dell’inclusione digitale, col fine di servire una connessione sempre più stabile e di portarla, ad un costo accessibile, laddove non c’è ancora.

(Image credit: Rod Searcey)

Valentina Capozza
Valentina Capozza
Un po' designer, un po' fotografa, un po' analista. Sempre in cerca di un punto di equilibrio fra il precipizio e il volo divino.

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