L’industria 4.0 tra cultura e tecnologia

da | Set 27, 2021

Non è stata di certo l’emergenza Covid-19 a puntare l’attenzione sui concetti di smart manufacturing e industria 4.0, ma di certo le conseguenze dell’emergenza sanitaria hanno rappresentato un acceleratore di istanze di cambiamento e innovazione già insite nel mondo imprenditoriale e del lavoro.

Quello che in un primo momento era stato definito Piano industria 4.0, poi Piano Impresa 4.0 fino a diventare nella formulazione attuale Piano Nazionale della Transizione 4.0, altro non è che un processo di profonda innovazione tecnologica e di sostenibilità ambientale da far attuale negli impianti produttivi del nostro paese per renderli adeguato alle richieste che arrivano tanto dalla comunità internazionale quando dalle esigenze del business.

La pandemia ha posto l’attenzione sui questi temi simultaneamente a livello globale, costringendo stakeholder di ambiti diversi a ripensare le logiche industriali del modello capitalista e stanziare fondi adeguati per accompagnare le imprese in questo processo di cambiamento.

In questo scenario un posto rilevante occupa la Fabbrica 4.0, erede e superamento dei grandi stabilimenti industriali del Novecento, in cui le macchine non sono più al servizio dell’uomo ma collaborano con esso, apprendendo dagli operatori umani in modo naturale e dialogando le une con le altre per effettuare autodiagnostica e manutenzione preventiva al fine di raggiungere i risultati attesi.

In questa nuova modalità di lavoro gli impianti sono flessibili e adattabili, consentendo di personalizzare la merce andando incontro a cluster di consumatori sempre più parcellizzati ed esigenti. Grazie a tecniche di simulazione avanzate sarà possibile effettuare un gemello digitale che mostrerà in anteprima e in tempo reale un intero processo produttivo, prima di metterlo fisicamente in produzione, per testarne la funzionalità ed eventualmente migliorarne le performance.

In altre parole, la fabbrica 4.0 sarà una fabbrica smart, in grado di auto regolarsi per ridurre gli sprechi, aumentare i benefici e soddisfare esigenze diverse in poco tempo.

 

Il lavoro nella Fabbrica Smart

È evidente che in uno scenario simile, anche l’idea del lavoro in fabbrica è destinato a cambiare per far fronte a nuove necessità e trovare una collocazione in uno spazio produttivo meno meccanico nelle azioni, ma più automatizzato nei processi. Nasceranno nuove professionalità, saranno necessari nuovi livelli di specializzazione e soprattutto ci sarà bisogno di una nuova consapevolezza nell’uso della tecnologia e dei sistemi informatici. Sul mercato del lavoro spariranno alcune figure professionali per lasciare spazio ad altre, anche sulla spinta di una rinnovata cultura del lavoro e del lavoratore che si basa sulla flessibilità, sul lavoro smart e sulla tecnologia del cloud. In questo contesto saranno importanti le soft skills (il problem solving, il pensiero critico, la creatività) tanto quanto la formazione e l’esperienza.

 

Con il consolidarsi dei processi di innovazione digitale dentro e fuori l’industria il lavoratore non viene depotenziato nella sua centralità, ma anzi, viene incentivato ad avere un ruolo cardine di guida e decisore in vari punti e a vario titolo nella catena del valore.
Nella fabbrica 4.0 il lavoratore non è più solo forza lavoro, pura manualità al servizio del processo, ma il suo acquista la dimensione di lavoro intelligente, cioè di lavoro che mescola interventi manuali con forti capacità tecniche di analisi e diagnosi e in certi casi anche di ragionamento scientifico, con applicazione di conoscenze complesse.
La formazione, a partire dalle scuole superiori e dagli istituti tecnico-scientifici, dovrà subire un processo di cambiamento radicale per offrire gli strumenti necessari a una nuova generazione di lavoratori non più chiamati ad essere “uomini-bue” nella concezione taylorista della fabbrica, ma a cui serviranno competenze digitali, abilità tecnologiche, doti analitiche e una predisposizione al ragionamento.
Accompagnare le imprese verso l’Industria 4.0 non vuol dire solo dotare le fabbriche di macchinari interconnessi dotati di intelligenza artificiale e moduli di ottimizzazione matematica, ma anche e soprattutto cambiare modello di organizzazione, investire in un cambiamento culturale profondo che parta dalla scuola e arrivi a veicolare un modello di economia globalizzata basata sui concetti di sostenibilità sociale e ambientale così come di valorizzazione e rispetto delle risorse umane quanto economiche. È necessario scardinare determinati stereotipi insiti nella società così come anche nel mondo del lavoro basati ancora su contrapposizioni nette come quella tra uomo e donna, cultura umanistica e sapere tecnologico, lavoro manuale e lavoro intellettuale, paesi del nord e paesi del sud. A livello di organizzazione aziendale, invece, va sdoganato il preconcetto che alla Fabbriche 4.0 corrisponda un rigido sistema gerarchico che schiaccia le singole individualità a favore del contenimento dei costi e dell’automazione spinta.

Quella che invece va comunicata e promossa è la cosiddetta via alta dell’innovazione, che coinvolge i processi manageriali e il ricorso a strumenti di supporto alle decisioni sofisticati in grado di offrire risultati tangibili e misurabili.

In questo processo si inserisce Ublique, la piattaforma di decision intelligence di Spindox.

Ublique per una manifattura intelligente

L’evoluzione dell’Industria 4.0 sta portando alla produzione del tutto automatizzata e interconnessa e la tecnologia di Ublique è in grado di dare il proprio contributo nel trasformare i dati che questi processi riescono a generare in un reale vantaggio per il business.

Infatti, ancora oggi, solo l’1% dei dati raccolti viene utilizzato dalle imprese, che potrebbero migliorare le proprie performance avvantaggiandosi di tecniche di simulazione, previsione e ottimizzazione matematica.

Il Covid-19 ha mostrato che non è più possibile basarsi solo sull’esperienza individuale e sulla storicità per prendere decisioni efficaci, ma è necessario dotarsi di strumenti in grado di comprendere e adattarsi anche a cambiamenti improvvisi e repentini.

Ublique mette a disposizione dello smart manufacturing competenze relative sia al dominio dell’Artificial Intelligence che dell’Internet of things.

Ublique permette la migliore collaborazione fra macchina e agente umano nel processo manifatturiero, migliorando il comfort e il benessere degli operatori oltre che la produttività, e aggiunge ai robot una capacità di pianificazione predittiva con l’obiettivo di rendere il loro funzionamento sicuro ed efficiente. Ublique sta sviluppando nuovi modelli a supporto dello smart manufacturing per importanti player del mercato del settore energy, del fashion e della GDO.

 

Giada Fioravanti
Giada Fioravanti
Quando mi sono iscritta a FB ho usato questa citazione della Dolce Vita per descrivermi: «Sono troppo serio
 
per essere un dilettante, ma non abbastanza per diventare un professionista». Poi mi sono laureata, ho preso 

un dottorato, ho iniziato a lavorare nell’ambito della comunicazione e del marketing e ho capito che si poteva 

essere dei professionisti. L'importante era non prendersi troppo sul serio.

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