Nazena, l’azienda vicentina che trasforma gli scarti tessili in nuovi prodotti in un’ottica di economia circolare.
Soluzioni per il fast fashion
L’industria dell’abbigliamento ha un impatto fortemente negativo sulla terra. Il problema principale di questo mercato è il fast fashion, settore che produce collezioni ispirate all’alta moda ma messe in vendita a prezzi contenuti e rinnovate in tempi brevissimi. Il fast fashion emette più di un miliardo di tonnellate di gas serra, circa il 2% delle emissioni totali. Sia le aziende di fast fashion che i consumatori stessi producono inoltre milioni di tonnellate di rifiuti di abbigliamento ogni anno.
Per questo motivo bisogna trovare una soluzione alternativa a queste problematiche ambientali. Qui ci vengono in aiuto le Digital Stories, rubrica mensile in cui si esplorano le startup italiane. La protagonista di questo mese è la startup Nazena.
La storia di Nazena
Nazena nasce nel aprile del 2019 con l’obbiettivo di trovare soluzioni reali allo smaltimento degli scarti dei rifiuti. La start up nasce grazie a Giulia De Rossi. La founder si era già avvicinata alle tematiche della sostenibilità nel corso dei suoi studi universitari, ma è stato un viaggio in Giappone a farle chiedere «perché no?» (questo è proprio il significato della parola giapponese Nazena [なぜ な]) e a convincerla a lanciare la startup.
La fondatrice ha dunque ideato una risposta al problema dell’inquinamento e degli scarti nel settore della moda. Il punto di partenza è cercare di pensarli non più come rifiuti ma di concepirli come materie prime e seconde, da usare per creare prodotti sostenibili. Per attuare ciò ha brevettato un processo, tramite il quale è possibile recuperare fino al 100% delle fibre e creare un nuovo materiale che darà vita a nuovi tipi di prodotti. Questo processo aiuta a implementare un’economia circolare. Se tutti i tessuti che finiscono in discarica o all’inceneritore fossero trattati con questo processo sarebbe possibile ridurre del 53% il riscaldamento globale e del 95% l’eutrofizzazione delle acque, come riportato sul sito di Nazena.
I valori che Nazena promuove attraverso il suo lavoro sono: il rispetto dell’ambiente, il recupero, quindi la riduzione, sia del sovra consumo che della sovrapproduzione e l’ecodesign, cioè una progettazione ambientale consapevole che comprende l’intero ciclo del prodotto.
Il funzionamento del processo
- Ritiro : le aziende, le cooperative o le associazioni tessili ritirano i materiali di scarto.
- Smistamento: gli abiti vengono separati in base alla colorazione, alla tipologia e al materiale.
- Sfilacciamento: un macchinario chiamato sfilacciatrice lavora il tessuto e lo fa tornare alla forma di fiocco.
- Trattamento: le fibre così ottenute vengono trattate con dei collanti vegetali e mescolate fino ad ottenere un materiale flessibile e resistente.
- Assemblaggio: attraverso un nuovo processo brevettato la fibra viene trasformata in pannelli, da cui prenderanno forma varie tipologie di prodotto.
I loro prodotti
Nazena opera attraverso due tipologie di business. Per quanto riguarda il B2B, Business To Business, settore primario per loro, la startup si occupa di raccogliere gli scarti tessili delle aziende. Si occupa anche di progettare, insieme a loro, un prodotto che può essere rivenduto nei loro negozi, o comunque utile al loro business. Per le aziende questa collaborazione è conveniente perché risparmiano sia nello smaltimento di rifiuti che in energie e denaro nell’approvvigionamento di nuove risorse, come il packaging.
In merito al B2C, Business To Consumer, invece Nazena si occupa di ritirare gli scarti dalle cooperative o dalle associazioni. Quei vestiti così compromessi da non poter finire neanche nel second-hand market vengono trasformati in prodotti da vendere al consumatore finale. Per quanto riguarda la parte distributiva per ora l’azienda di affida a lavori su commissione, ma si sta muovendo verso l’apertura di un e-commerce.
Nazena è in grado di creare molteplici prodotti. Troviamo per esempio articoli di packaging, scatole personalizzabili, che le aziende possono riutilizzare al posto che comprarne di nuovi da aziende terze, piccoli espositori per gioiellerie o ancora pannelli da allestimento con proprietà fono assorbenti.
Un fiore all’occhiello dei prodotti realizzati sono sicuramente le Wine-Box, contenitori per vini che una volta esaurita la loro funzione di imballaggio possono diventare lampade o vassoi. Questa doppia funzionalità del prodotto allunga ancora di più il suo ciclo di vita, che non si esaurisce in un solo uso.
Startup, una mano per il futuro
Oltre al lavoro che i brand e i consumatori devono porre in essere per abbracciare i principi dell’economia circolare, è necessario lavorare su noi stessi ed entrare nell’ottica che molte nostre abitudini possono essere migliorate.
È anche grazie a realtà innovative come quella di Nazena che si sta andando verso un’economia sempre più circolare e sostenibile. Investire nel riutilizzo delle materie di scarto per la creazione di nuovi prodotti è un investimento necessario per il futuro del nostro mondo.
Noi, come tante altre realtà e associazioni, abbiamo riconosciuto le potenzialità di qeusta startup. Nazena ha infatti ricevuto molti premi e riconoscimenti. Nel 2019, a pochi mesi dalla nascita, riceve il premio D2T di Start up Euregio Adventure, il concorso di business modelling per start up. Ha anche partecipato ad un programma di accelerazione promosso dall’agenzia ICE presso The Accelerator Network di Londra.
In Spindox abbiamo toccato più volte temi legati al mondo della moda e alle sue problematiche. Approfondisci l’argomento leggendo di metafashion o di come abbiamo automatizzato i processi fashion.