La Green economy è un concetto molto sentito dalla generazione dei Millennials ma che trae le sue fondamenta nel secolo precedente. Ha un ruolo importante anche a livello europeo come è evidenziato nel Recovery Plan e nelle città trasformandole in smart cities.
Alle origini della Green Economy
Chi non ha sentito, almeno per una volta, nominare Greta Thunberg? Nelle occasioni in cui catastrofi naturali ed emergenze climatiche guadagnano purtroppo il rilievo della cronaca, i notiziari rilanciano puntualmente il volto della giovane attivista svedese. Infatti Greta Thunberg, dinanzi alla quotidiana devastazione di risorse del Pianeta, non ha esitato a richiamare pubblicamente i grandi della Terra alle proprie responsabilità.
L’adolescente può considerarsi la punta di un iceberg. Un iceberg che, per fortuna, non è prossimo a rapido scioglimento. L’opinione pubblica internazionale si alimenta infatti delle sensibilità di una generazione, i cosiddetti Millennials, per la quale i concetti di salvaguardia ambientale, risorse rinnovabili, sviluppo sostenibile, fanno parte di un lessico condiviso. Le origini di questo sentire diffuso risalgono indietro nel tempo e possono essere ricondotte al contributo di idee di un’altra giovane donna: Petra Kelly. Attiva nella Germania Ovest, fu l’anima dei “Grunen”. Gli orientamenti del movimento da lei fondato nel 1979 combinavano le spinte verso pace e disarmo nucleare con la risorgente attenzione per il primato della natura. In quel sottobosco va rintracciata una primigenia alfabetizzazione all’ecologismo. Questo movimento fa oggi da sostrato alla mobilitazione studentesca dei Fridays For Future e si rivela fondamento per un’etica stessa della cittadinanza europea.
Rimanendo in tema green, noi di Spindox abbiamo parlato di Circular Economy, un nuovo modello che permette di riciclare gli scarti per produrre nuovi prodotti. In questo modo si eviterebbe l’estrazione di nuove materie prime, portando a un giovamento sotto diversi aspetti, primo tra tutti quello ambientale.
Green Deal Europeo e trasformazione digitale: due “super-priorità”
I temi ambientali sono ormai all’ordine del giorno nell’agenda dei governi europei. La Green Economy infatti trova consensi trasversali tra i maggiori schieramenti. Una conferma in tal senso è stata fornita dal percorso di approvazione, largamente condiviso, toccato al Recovery plan denominato Next Generation EU approvato in via definitiva nel febbraio 2021. Il cuore del provvedimento è rappresentato da un dispositivo per la ripresa e la resilienza basato sui sei pilastri. Il primo di questi riguarda proprio la “transizione verde”. A seguito della crisi globale dovuta alla pandemia, l’idea è che per la ripresa produttiva serva implementare un nuovo ciclo economico. La ricostruzione dovrà necessariamente passare per il volano della Green Economy.
Allo stesso tempo, il secondo dei due pilastri individuati dal Recovery and Resilience Facilty risiede nella “transizione digitale”. È a queste due “super-priorità” che le istituzioni europee destineranno, complessivamente, il 57% di risorse, pari a 672 miliardi di euro, messe a disposizione degli stati membri tra il 2021 e il 2023. La linea tracciata è da considerarsi di lungo periodo. Si proietta cioè ben oltre i tempi amministrativi per la gestione finanziaria dei fondi, traguardando verso gli obiettivi climatici previsti per il 2030. Ma avendo anche come obiettivo il raggiungimento della neutralità climatica per la quale l’Unione Europea si è prefissa il termine del 2050.
Intelligenza Artificiale e modelli urbani sostenibili per la Green Economy
Un passaggio necessario per la transizione ecologica che l’Agenda ONU 2030 indica tra i suoi principali obiettivi sta nella riorganizzazione dei contesti urbani. Questo avviene attraverso la ricerca di una razionalizzazione del traffico veicolare, pubblico e privato. Il conseguimento sul breve-medio termine di tale risultato chiama in causa il problema del livello di emissioni di CO2 non rinviabile. Ad attestarlo le proiezioni costantemente in crescita dei tassi d’inurbamento, cui si accompagna lo spopolamento progressivo di aree montane e zone interne. Una dinamica, questa, già descritta per il nostro Paese nel secondo dopoguerra dall’economista Manlio Rossi-Doria grazie allo studio La polpa e l’osso. Una dinamica che, generalizzata oggi su scala globale in forme ancora più massicce, richiede strumenti di governo preventivo.
Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale nella Green Economy
Enrico Al Mureden è Professore Ordinario all’Università di Bologna, ove è membro dell’Alma Mater Research Center for Human-Centered Artificial Intelligence. I suoi studi indagano il supporto che l’Intelligenza Artificiale è chiamata a fornire nella prospettiva di una gestione pianificata dei flussi di persone e merci nelle aree urbane e peri-urbane delle grandi metropoli, introducendo forme di mobilità connessa. Il punto di equilibrio sarebbe da ricercarsi nella combinazione di due elementi. Da un lato, la previsione di «un sistema di circolazione dei veicoli basato sulla tecnologia delle auto driverless», dall’altro, lo sviluppo di «un modello di mobilità fondato sull’utilizzo di energie rinnovabili».
Al centro della riflessione vi è l’opportunità di puntare sull’innovazione tecnologica. In questo modo è possibile migliorare la qualità di vita dei cittadini e favorire, al contempo, l’avvio di un nuovo ciclo industriale. In entrambi i campi, il contributo portato dall’Intelligenza Artificiale si rivelerebbe tutt’altro che residuale: «lo sviluppo di forme di circolazione che prescindono dalla guida intesa in senso tradizionale costituirebbe – afferma Al Mureden in un’intervista rilasciata alla rivista “Diritto Mercato Tecnologia” – un elemento fondamentale al fine di accrescere l’inclusione sociale e di consentire nuove forme di mobilità ed indipendenza a tutte le persone che […] si trovano attualmente in una condizione di emarginazione […]. I significativi benefici si coniugherebbero, inoltre, con un impatto economico assai positivo. Viene così data vita ad una crescita le cui proporzioni sembrano trovare precedenti solo in quell’epoca, ormai lontana, nella quale si sviluppò il cosiddetto “miracolo automobilistico”».
Città intelligenti e mobilità integrata: il progetto OptimalSharing@SmartCities
Con una risoluzione del giugno 2021, il Consiglio Comunale di Barcellona ha affermato che «il traffico, l’inquinamento e l’ambiente sono tra le questioni più rilevanti per i nostri cittadini». Una presa di posizione in linea con le esperienze di governo locale più avvedute su scala globale.
Parlando di città intelligenti, Spindox Labs lavorerà con il progetto OptimalSharing@SmartCities allo sviluppo di soluzioni di car sharing e ride sharing. Queste soluzioni renderanno così maggiormente sostenibili le abitudini di spostamento nell’area urbana di Barcellona. L’attività di ricerca, condotta con il sostegno del Comune di Barcellona e della Fondazione “la Caixa”, sarà sviluppata in partnership con l’Universitat Oberta de Catalunya (UOC), l’Universitat Politècnica de Catalunya (UPC) e l’Universitat Politècnica de València (UPV). Il ricorso al repository Open Data BCN renderà disponibile un set di dati riguardanti i percorsi di trasporto pubblico locale e delle compagnie private di autobus, la mappatura delle fermate dei taxi e delle aree di carico e scarico merci, le informazioni meteo e quelle sullo stato del traffico i servizi di car sharing e ride sharing, la disponibilità di parcheggi e stazioni di ricarica per bici e veicoli elettrici.
La frontiera della mobilità elettrica
Non deve sorprendere che le prospettive aperte dalla mobilità elettrica siano quelle percorse con maggiore convinzione dalle amministrazioni locali. L’interesse sta nei riscontri immediati registrati sui livelli d’inquinamento, ma non solo.
Nel nostro Paese, gli strumenti disposti per incidere sulle abitudini di spostamento hanno incluso contributi economici per incentivare l’acquisto e il leasing di scooter e bici cargo elettrici, autoveicoli elettrici o ibridi plug-in. Sono state previste l’esenzione da IVA, imposte d’immatricolazione e tassa automobilistica e, ancora, l’erogazione di contributi per l’impianto di stazioni di ricarica. Si tratta di agevolazioni rivolte ai privati ma anche a imprese e aziende di trasporto locale per il rinnovo del parco mezzi.
È recente la notizia diffusa dall’Ufficio stampa della Provincia Autonoma di Bolzano relativa al test di prova di un autobus snodabile completamente elettrico, della lunghezza di 18 metri. L’autobus è chiamato ad operare sulle strade innevate dell’Alpe di Siusi. L’ultima edizione del Premo Piemonte Innovazione e Sviluppo è andata al Comune di Verbania per il progetto di navigazione sostenibile sul Lago Maggiore. In questa edizione sono stati utilizzati veicoli elettrici, con l’installazione di un pontile per la ricarica di imbarcazioni elettriche. L’idea è che la pressione di flussi turistici in costante crescita non debba scaricarsi sulle comunità locali. Al contrario, la sostenibilità di un modello di sviluppo economico è chiamata sempre più a coniugarsi con scelte intelligenti di marketing territoriale.