I MICRO-CLOUD, LA SOLUZIONE ALL’EDGE COMPUTING

da | Nov 9, 2023

La storia dell’evoluzione tecnologica aziendale è caratterizzata da una serie di tendenze e buzzword che spesso perdono rilevanza con il passare del tempo. Questo avviene sia perché alcune di queste tendenze sono state eccessivamente pubblicizzate, sia perché sono state soppiantate dalle nuove mode emergenti.

Attualmente, fra i concetti di tendenza c’è quello di edge computing, così come ne abbiamo parlato nel nostro blog. ”L’edge computing” è un paradigma di calcolo distribuito che prevede la generazione e l’esecuzione dei dati, con un accesso solo server-based a server cloud o centralizzati su data center. Nel “edge computing”, l’elaborazione dei dati avviene sul “bordo” della rete, tipicamente presso o vicino ai dispositivi o ai sensori che raccolgono i dati.

La crescente importanza dell’edge computing e la necessità per le aziende di sviluppare una solida strategia per sfruttare appieno questo modello si spiegano tenendo presente la possibile evoluzione dello scenario relativo all’ecosistema dei dati. Gartner prevede che, entro il 2025 si determinerà un cambiamento sostanziale nell’elaborazione dei dati aziendali. Secondo le stime dell’autorevole società americana, entro quella data ben il 75% dei dati generati verrà processato al di fuori dei data center tradizionali, siano essi on premise o concepiti per l’erogazione di servizi cloud.

Questa decentralizzazione dell’elaborazione dei dati ha il potenziale per trasformare praticamente tutti i settori, dall’industria delle telecomunicazioni a quella della produzione, influenzando persino l’esperienza di acquisto dei consumatori nei negozi fisici.

Le ragioni economiche alla base dell’adozione dell’edge computing sono molte. L’edge computing riduce i costi associati alla trasmissione dei dati ad un cloud centrale, migliorando la larghezza di banda e l’efficienza dell’archiviazione. Inoltre offre un maggiore controllo sulla gestione dei dati, migliorando la resilienza organizzativa e consentendo una governance più precisa, che in ultima analisi porta a servizi di alto valore.

LE SFIDE DELL’EDGE COMPUTING: UN NUOVO PARADIGMA PER LE IMPRESE

L’adozione di una strategia di edge computing su larga scala comporta una serie di sfide cruciali:

1. L’adattamento al costante cambiamento. L’edge computing deve essere flessibile e adattabile per soddisfare le esigenze e le applicazioni dei consumatori costantemente mutabili nel tempo. Una considerazione specifica da prendere in considerazione è la scalabilità. Sebbene sia possibile iniziare con un piccolo numero di siti, ad esempio un singolo sito di prova con quattro nodi (server), la vera sfida sorgerà quando sarà necessario replicare e scalare fino a centinaia o migliaia di siti. In questo contesto, è essenziale utilizzare una soluzione altamente scalabile.

2. L’accesso fisico ai siti edge. Dato che questi luoghi sono spesso distribuiti in località remote e difficili da raggiungere, è essenziale ridurre al minimo la necessità di interventi umani sul campo. Ciò richiede una soluzione altamente automatizzata con manutenzione in loco ridotta o addirittura nulla. Inoltre, le implementazioni di edge computing non sostituiranno necessariamente gli investimenti passati in cloud e data center privati. L’architettura dell’Edge computing deve interoperare con l’infrastruttura esistente, compresi i cloud pubblici o privati e l’infrastruttura bare metal. Le soluzioni decentralizzate con gestione centralizzata sono più facili da integrare, poiché molte infrastrutture, pratiche e politiche esistenti sono centralizzate.. Inoltre, sono necessarie API aperte e standard per garantire la piena interoperabilità con l’infrastruttura esistente.

3. Essere a prova di futuro. In un mondo in cui software e hardware sono in costante evoluzione, è essenziale evitare di diventare dipendenti da una tecnologia o da un fornitore specifico. Un buon livello di astrazione può contribuire a ridurre i rischi legati alla riconfigurazione o alla migrazione della tecnologia. Ad esempio, i micro-cloud devono essere indipendenti dall’hardware e fornire API standard per proteggere le applicazioni da modifiche esterne.

In sintesi, l’adozione di una variante localizzata delle tecnologie dei data center o dei servizi cloud rappresenta una potente strategia per superare queste sfide. Questo approccio consente alle aziende di sfruttare le tecnologie e le competenze che hanno già acquisito internamente, fornendo al contempo una piattaforma modulare e standard per la creazione di un ecosistema di siti decentralizzati.

LA PROMESSA DEI MICRO CLOUD: POTENZIARE L’EDGE CON INTELLIGENZA

Tuttavia, nonostante i vantaggi e il potenziale dell’edge computing, il termine stesso è spesso vago e può essere interpretato in modi diversi da diverse persone. Questo lo rende meno utile per le aziende che devono gestire numerosi “punti di estremità” all’interno della propria organizzazione. Ad esempio, il modo in cui un rivenditore utilizza sensori per automatizzare la gestione della sua flotta di distribuzione in tutto il mondo è molto diverso dal modo in cui una società di telecomunicazioni sfrutta l’edge computing per fornire servizi di rete 5G.

Per i leader aziendali sarebbe più utile un approccio che superi la mera etichetta dell’edge computing e descriva ciò che accade all’estremità della rete in un contesto più ampio, cioè un continuum di elaborazione aziendale. Questo continuum può comprendere il cloud pubblico, il cloud privato, una nuova categoria definita come micro-cloud e l’IoT. In effetti, gran parte di ciò che è noto come edge computing può essere raggruppato sotto le categorie di micro-cloud e IoT.

I “micro cloud” emergono come una soluzione di notevole rilevanza poiché combinano l’elasticità tipica dei cloud pubblici e privati con la sicurezza, la privacy, la governance e la bassa latenza necessarie negli ambienti di edge computing decentralizzati. I micro-cloud replicano le API e le funzionalità dei principali cloud su scala “edge”, creando un ecosistema di sistemi interconnessi su una rete complessa.

Cosa sono i Micro-Cloud?

I “micro cloud” possono essere descritti come una nuova classe di infrastrutture per l’elaborazione su richiesta all’edge. Si distinguono dall’Internet delle cose (IoT) in quanto non solo raccolgono dati, ma eseguono anche l’elaborazione di questi dati. In pratica, un micro-cloud è un cluster di nodi di calcolo con archiviazione e rete locali.

Questo stack è composto da tecnologie resilienti, autorigeneranti e opinionated, che consentono di creare implementazioni ripetibili. Quando parliamo di tecnologie “opinonated” ci riferiamo ad un approccio che tende a limitare gli spazi di manovra dello sviluppatore e ad orientare pesantemente le sue scelte. I micro-cloud possono inoltre essere scalati verticalmente per adattarsi alle esigenze aziendali, il che li rende altamente versatili. Possono essere collocati in una vasta gamma di località, da supermercati a negozi, da stadi a filiali aziendali o persino alla base di antenne 5G. Questa vicinanza ai consumatori è un elemento chiave, poiché consente un’esperienza più fluida e reattiva.

Con il loro stack di componenti modulari è possibile personalizzare il ridimensionamento a ogni livello, dai server fisici alle macchine virtuali e ai container. In questo modo, le aziende possono adattare le proprie risorse informatiche alle mutevoli esigenze. Inoltre, i micro-cloud sono progettati per l’automazione completa, riducendo al minimo le operazioni in loco e semplificando l’installazione e l’aggiornamento automatizzati. Questo è particolarmente importante date le sfide legate all’accesso fisico limitato alle località remote in cui spesso sono collocati. La presenza di API aperte e standard è un altro vantaggio significativo dei micro-cloud. Questa caratteristica permette di adattarsi facilmente alle diverse dimensioni e soluzioni all’edge. Date le differenze notevoli tra le infrastrutture delle aziende, questa flessibilità è fondamentale per garantire un’implementazione efficace.

Infine, il livello di astrazione è fondamentale per l’efficacia dei micro-cloud. Separando le applicazioni dall’hardware sottostante, questo approccio consente alle aziende di essere pronte per il futuro. Le tecnologie edge continueranno a evolversi, ma con una buona architettura di micro-cloud, l’aggiornamento o la sostituzione di parti dell’infrastruttura sarà meno dispendioso e problematico.

Spindox e Canonical: il case study

Spindox ha partecipato all’evento “Lunch with Canonical: Trasformazione Digitale e scalabilità nell’open-source” in quanto partner di Canonical. In questa occasione Juan Manuel Ventura, head of architecture & technologies di Spindox, ha avuto l’opportunità di presentare come l’azienda è riuscita a integrare il micro-cloud Canonical all’interno del sistema IT e di come trasformarlo in una nuova opportunità di business.

Inizialmente questo particolare fabbisogno era stato delegato a terze parti. I limiti in questo caso si sono dimostrati essere due. Prima di tutto i costi onerosi. In secondo luogo, il controllo limitato sui propri sistemi e sui propri dati.

Ma proprio questi limiti si sono trasformati in un’opportunità per Spindox.

Micro-cloud anche per Spindox

Per risolvere questo problema, erano state identificate tre possibili soluzioni:

  • Un approccio conservativo, che prevedeva la sola sostituzione del fornitore. In questo caso i costi si sarebbero ridotti, il rischio a breve termine sarebbe stato basso, ma a lungo termine alto perchè non ci sarebbe stata nessun tipo di innovazione e non sarebbe state acquisite competenze. 
  • Un approccio moderato, che prevedeva di andare nel public cloud in un mercato mainstream. Questo implicava rischio medio, ma anche un guadagno medio.
  • Un approccio disruptive, in cui veniva ridefinita completamente l’infrastruttura IT.

Il risultato di analisi di scenario, con numeri alla mano, ha dimostrato che la terza soluzione era di certo la migliore. Il rapporto costo-beneficio e performance-rischio ha portato alla scelta del micro-cloud di Canonical.

Da un punto di vista strategico

Come spiega Juan Manuel Ventura «l’obiettivo principale di una tale impresa era quello di acquisire skills da utilizzare in azienda, ma anche poter fare delivery ai clienti con queste nuove competenze. Lavorare con il partner ha permesso di prendere confidenza con la tecnologia, ma anche con la metodologia, di capire come limitare i rischi e definire gli approcci più adeguati a quelle che sono le capabilities e il fabbisogno di Spindox.»

Novità al momento? L’azienda sta lavorando a MicroKs8 che permetterà l’operatività cloud native di Ublique. 

Juan Manuel Ventura – head of Architecture & Tecnologies di Spindox

Federico Pietro Gallucci – Architecture & Solutions di Spindox

Team Canonical

COME SPINDOX UTILIZZA I MICRO CLOUD

La genesi, il caso IaaS Spindox:

Spindox, pioniere nell’adozione di tecnologie edge e noto innovatore, ha stretto una partnership strategica con Canonical, l’azienda dietro Ubuntu, il sistema operativo open source leader nel settore del cloud. Questa collaborazione ha portato alla creazione del proprio micro-cloud marchiato Spindox, progettato per soddisfare le esigenze interne dell’azienda.

Con successo Spindox ha trasferito oltre un centinaio di macchine virtuali Windows e Linux su un’infrastruttura moderna, migliorando gli accordi a livello di sistema (SLA) e le prestazioni, riducendo al contempo il consumo energetico e le emissioni di CO2 grazie al dogfooding.

Il nuovo micro-cloud di Spindox è stato progettato, dimensionato e implementato in collaborazione con Canonical all’interno del progetto Exodus. Questa iniziativa non solo ha portato a un notevole successo nella migrazione e nell’aggiornamento tecnologico, ma ha anche consentito a Spindox di accreditarsi come partner ufficiale e di creare una practice specialistica a disposizione di clienti e prospect.

La naturale evoluzione di Spindox, il caso PaaS per OVS:

L’esperienza acquisita nel contesto del progetto Exodus e la conseguente creazione della nuova Capability Micro-Cloud hanno rappresentato l’abilitatore della naturale evoluzione dell’offerta di Spindox per OVS, un cliente già utilizzatore della piattaforma Ublique di proprietà di Spindox.

Grazie alla sua architettura cloud-native, Ublique sfrutta appieno il micro-cloud, beneficiando delle avanzate funzionalità del cluster, tra cui autoscaling e autohealing, oltre alle più avanzate tecniche di disaster recovery e business continuity. Questo cluster è esteso a molti punti vendita distribuiti in tutto il territorio nazionale, garantendo il massimo livello di servizio.

Attualmente, stiamo conducendo analisi per estendere il perimetro funzionale del micro-cloud all’interno di OVS, oltre i confini dell’applicativo Ublique, seguendo l’esempio di successo di Spindox nell’integrare l’utilizzo del cloud all’interno della propria soluzione.

Il futuro dell’edge è micro

Sebbene quello di edge computing sia un concetto importante e promettente, la sua presentazione sotto forma di continuum di elaborazione aziendale può riflettere in modo più accurato le esigenze delle aziende e semplificare la gestione di questa complessa realtà. Micro cloud e IoT sono elementi fondamentali di questa equazione e devono essere considerati separatamente, ciascuno con le proprie sfide e opportunità.

Oggi i micro-cloud rappresentano l’apice dei progressi nel campo del cloud computing. Costituiscono un’innovazione che combina la flessibilità dei servizi cloud con la sicurezza e l’efficienza degli ambienti di edge computing decentralizzati. Questa tecnologia è destinata a beneficiare una vasta gamma di settori e applicazioni, ottimizzando le infrastrutture esistenti e consentendo nuove esperienze per i clienti finali. Tuttavia, è fondamentale che questa transizione sia supportata da una solida strategia a prova di futuro, data la costante evoluzione dell’edge computing.

Redazione Spindox
Redazione Spindox

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