Uno smart meter in grado di connettersi a tutti i dispositivi di casa, che misura i consumi energetici e dispensa consigli su come risparmiare energia tramite un’app.
Ned nasce dagli studi del team Midori, una giovane startup di Torino che si occupa di smart metering ed efficienza energetica in ambito domestico. «Abbiamo pensato che fosse molto grave la mancanza di consapevolezza su come utilizziamo l’energia elettrica in casa» afferma Christian Camarda, fondatore e amministratore delegato di Midori.
«Ogni anno in italia si sprecano circa 4 miliardi di euro nelle bollette della luce a causa di comportamenti inefficienti nell’uso degli elettrodomestici e questo è un grave problema».
Per risolverlo, Midori ha messo a punto Ned, un dispositivo semplice e intuitivo, che consente alle persone di monitorare i consumi energetici di casa e di conseguenza le proprie spese, permettendo di intervenire per risparmiare denaro e ridurre gli sprechi di energia elettrica.
Il contesto: come nascono Midori e NED
«All’inizio eravamo un intero corso di laurea» spiega ancora Camarada. «Da molti, siamo rimasti in pochi: coloro che hanno passato tutti i processi di selezione naturale tipici della fase di precostituzione di una startup».
Midori nasce infatti nel cortile del Politecnico di Torino. Dopo un percorso universitario, i fondatori, tutti ingegneri, si sono ritrovati a pensare, da neolaureati, a quale strada intraprendere nella loro vita. Chiacchierando, hanno scoperto di avere un interesse in comune: l’efficienza energetica.
Dopo avere condotto una prima analisi di mercato, i giovani ricercatori scoprono che l’offerta, in ambito di prodotto, è molto limitata e legata per lo più a strumenti estremamente costosi e di difficile installazione che non soddisfano il bisogno odierno di plug and play delle persone.
Increduli che il mercato non possa offrire di meglio, questi coraggiosi ingegneri decidono di approfondire la materia e gettare, grazie anche a una ricerca del MIT sul consumo energetico domestico, le basi del loro progetto. Un progetto, possiamo dirlo, estremamente sfidante.
«Non avere competitor da un lato è stimolante, ma dall’altro è molto rischioso. Ti volti e non vedi punti di riferimento. Non puoi confrontarti con un prodotto che ti permetta di far meglio perché stai creando tu quel prodotto. E quindi ti accorgi che devi scalare la montagna da solo, su un terreno mai percorso prima».
Vi starete domandando come mai nessuno ci ha mai pensato fino ad ora. Semplice, ci spiega Christian: «quasi mai il problema è di natura tecnica, ma di opportunità e mercato». In Italia ci sono circa 700 aziende che forniscono energia elettrica, ma un’enorme fetta del market share è di fatto in mano a poche compagnie. Questo significa che in passato le aziende non hanno avuto necessità di esplorare il mondo dell’efficienza energetica, perché non vedevano, di fatto, un’opportunità di business nel veicolare strumenti di monitoraggio energetico. In questi anni le cose sono cambiate e stanno cambiando. I player si sono resi conto che per guadagnarsi una fetta del mercato energetico bisogna differenziarsi e pensare in primis alle esigenze del consumatore finale.
Le tappe del successo
Abbiamo chiesto a Christian di raccontarci il percorso che li ha portati da giovani neolaureati a startupper di successo. «La prima tappa fondamentale, nel 2011, è stata l’incontro con l’Incubatore I3P del Politecnico di Torino che ci ha aiutati a mettere in moto il progetto e capire come intercettare del valore da parte dei consumatori e delle aziende».
La svolta è arrivata grazie alla partnership con una nota compagnia del mondo energetico che ha creduto nel progetto ancora prima che il prodotto fosse in pista e che ha finanziato parte dell’attività di ricerca e sviluppo, permettendo al team di allargarsi.
Dopo la vincita nel 2016 di un bando internazionale che li consacra come una delle realtà più innovative d’Europa nel mondo energetico, nel 2018 Midori lancia una campagna attraverso una piattaforma di equity crowdfunding, Mamacrowd, con la quale la startup raccoglie più di 180.000 euro.
La cosa interessante, ci spiega il fondatore di Ned, è che parte di questo capitale è arrivato da microinvesitori che hanno creduto nel prodotto e nel progetto. «Aldilà di una forte validazione dal mercato finanziario, abbiamo avuto un riscontro affermativo anche dal mercato vero, dall’economia reale» afferma Christian con meritato orgoglio.
Sì, ma come funziona NED?
Ned è in grado di connettersi con tutti i dispositivi di casa contemporaneamente, senza necessità di installare numerosi e costosi strumenti di misura. Basta collegarlo attraverso la sua pinza perometrica al quadro elettrico di casa: il dispositivo è pensato infatti per essere installato da chiunque con estrema facilità e soprattutto sicurezza.
È una simpatica scatolina a forma di Smile, che ad alcuni ricorda il barattolo di un cosmetico. In effetti «c’è molta fantasia» scherza Christian. Attraverso il Wi-Fi, il dispositivo è poi in grado di trasmettere i dati raccolti al cloud di Midori: è li che avviene la vera magia! Gli algoritmi di machine learning e data analytics di Ned permettono di analizzare le impronte elettriche dei vari elettrodomestici che abbiamo in casa.
«Andiamo alla ricerca di queste impronte elettriche, le isoliamo, le cataloghiamo e ricostruiamo il consumo dell’intera giornata dell’elettrodomestico. Siamo in grado di identificare anche dei metadati. Per esempio sappiamo dirti se hai fatto un lavaggio in lavatrice a bassa o ad alta temperatura, quanto consuma e se è conveniente».
I dati rilevati vengono poi fruiti dall’utente tramite un’apposita app che veicola tutta una serie di informazioni e suggerimenti concreti basati sul monitoraggio.
«Ned interagisce con i consumatore attraverso una chat, proprio come farebbe un amico che, trovata un’offerta, te la comunica su WhatsApp».
Il dispositivo non solo monitora i consumi energetici, ma è anche in grado di riscontrare anomalie nel comportamento degli elettrodomestici e consigliare agli utenti i modelli alternativi presenti sul mercato alla tariffa più conveniente.
Etica vs Innovazione
Abbiamo chiesto a Christian se una profilatura così approfondita non possa costituire, per ovvi motivi di privacy, un problema.
«La mole di informazioni che si ricava dall’analisi dei consumi è sicuramente importante. Ma a noi non interessa rivendere il dato. La profilatura dettagliata deve creare servizi e valore aggiunto, per il cliente e per l’azienda».
Oggi c’è molta disillusione da parte degli utenti nei confronti dei grandi player energetici. Christian ci spiega che l’obiettivo di Midori è apportare benefici ed innovazione da entrambe le parti: azienda e consumatore.
Per ottenere questo risultato, la profilatura deve essere fatta in maniera non invasiva e pensando in primis ai bisogni delle persone, dimostrando con i dati il risparmio che possono ricavarne. Dall’altro lato, attraverso la profilatura, le aziende possono dare ai loro clienti qualcosa di nuovo, quello che non sono riuscite a dare in passato, in quanto sprovviste di informazioni sui loro consumi.
«Ecco come la profilatura e quindi i dati, da uno scenario inquietante alla Black Mirror» scherza Christian, possono diventare qualcosa di effettivamente utile e necessario per costruire servizi energetici innovativi e personalizzati.
Il futuro di NED
Dopo una lunga serie di iterazioni, il team di Midori è arrivato a sviluppare un prodotto che piace ma che, al tempo stesso, è destinato a evolvere. Gli ingegneri della startup stanno lavorando infatti per semplificare ulteriormente il prodotto, migliorarne i processi di machine learning ed estendere le funzionalità anche ad altri oggetti hardware.
Per Midori è fondamentale avvicinarsi sempre di più alle persone, conoscerne meglio i bisogni e capire dove si annidano gli sprechi. Il futuro di Ned è e sarà la strada della consapevolezza.
«Molti di noi compiono azioni quotidiane in casa senza sapere, di fatto, qual è l’impatto quotidiano che hanno dal punto di vista energetico. Conoscerlo può essere un nuovo paradigma».
Il messaggio è forte e chiaro: se vogliamo vedere dei cambiamenti nel mondo, il compito è anche nostro. Così come la raccolta differenziata ha modificato il processo dello smaltimento dei rifiuti, anche un maggior controllo dei consumi domestici, su scala universale, può incidere positivamente sulla società e sull’ambiente.
Uno scenario possibile, spiega Christian, sarà quello di ricevere Ned direttamente in bolletta, con un piccolo contributo mensile. Per far questo, ci dice, è necessario continuare a incrementare le partnership con i fornitori di energia elettrica e altre realtà: «perché non vogliamo solo innovare un servizio, ma vogliamo innovare attraverso nuovi modelli di business».
Prepariamoci, perché in un futuro non troppo lontano, NED potrebbe diventare la scatola nera della nostra casa.
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